Il fabbisogno calorico giornaliero è definito come l’apporto di energia, sotto forma di calorie derivante dagli alimenti, necessario a compensare l’energia che ogni individuo spende giornalmente (dispendio energetico). Nella dieta l’energia viene fornita dalle grandi classi di macronutrienti come carboidrati, lipidi, e proteine, il cui rapporto è variabile da individuo a individuo. Ognuno di noi, quindi, ha un proprio fabbisogno calorico, ovvero una precisa quantità di calorie da introdurre in base all’età, al sesso e allo stile di vita che segue. Per questo una dieta, per essere valida, deve prima di tutto essere personalizzata. Inoltre, le calorie necessarie devono essere ben ripartite tra i nutrienti. Infatti, le linee guida per una sana alimentazione elaborate dalla Società Italiana di Nutrizione Umana consigliano una suddivisione dell’energia giornaliera in 12-15% di proteine, 25-30% di lipidi e 45-60% di carboidrati.
TDEE
Il fabbisogno energetico è definito come l’apporto di energia, proveniente dagli alimenti, necessaria a coprire il dispendio energetico totale di un soggetto. Questo parametro, prende in considerazione tre aspetti principali, per calcolare il dispendio energetico, che approfondiamo di seguito. Il Metabolismo Basale (MB), oppure dall’inglese Basal Metabolic Rate (BMR), è il dispendio energetico del nostro organismo a riposo, e comprende tutte le reazioni chimiche necessarie a conservare l’integrità funzionale di cellule e tessuti e a mantenere una temperatura corporea costante.
La misurazione deve essere effettuata con il soggetto sveglio, in condizioni di rilassamento psichico, a riposo e dopo aver digiunato almeno 12 ore. Esso rappresenta il 65-75% del dispendio energetico dell’intera giornata, e può essere influenzato da una miriade di fattori, tra cui età, composizione corporea e stati fisiologici come gravidanza ed allattamento. La determinazione del dispendio energetico in dietologia può avvenire tramite tecniche calorimetriche oppure tramite l’utilizzo di tecniche non calorimetriche.
L’energia contenuta nei macronutrienti viene trasformata dal nostro metabolismo in ATP, tramite reazioni che consumano ossigeno, producendo quindi anidride carbonica. A tal proposito è possibile calcolare il consumo energetico, anche in base alla velocità del consumo di ossigeno, ed è qui che entra in gioco il Quoziente Respiratorio (QR), inteso come rapporto tra la velocità di consumo dell’anidride carbonica e la velocità di consumi di ossigeno. Se il QR sarà pari ad 1, il soggetto tenderà ad ossidare maggiormente i carboidrati, 0,7 invece i grassi, e 0,82 invece le proteine.
Esistono, tuttavia, alcune equazioni predittive, o formule, per il calcolo del metabolismo basale, tra le quali ricordiamo l’equazione di Harris-Benedict e di FAO-LARN, che tengono conto in genere di età, peso e sesso, ma che oltre alla praticità che queste possono offrire, presentano degli svantaggi, in quanto trasferiscono sul singolo soggetto, dati provenienti dalla popolazione media. Il Livello di Attività Fisica (LAF) o metabolismo di attività, rappresenta la spesa energetica che il nostro organismo deve supportare in condizioni di un lavoro “esterno”. Comprende circa il 15-30% del dispendio energetico totale giornaliero. Il LAF tiene conto di sesso ed età. In ultimo parliamo di Termogenesi Indotta dalla Dieta (TID). Quante volte avete sentito dire che determinati alimenti sono più termogemici di altri? In realtà non è proprio così, ma esiste un dispendio energetico legato ai processi digestivi, di assorbimento e metabolizzazione dei nutrienti. Essa rappresenta circa il 7-15% del dispendio energetico e subisce un incremento, come intuibile in fase post-prandiale e si divide essenzialmente in termogenesi obbligatoria, legata alla metabolizzazione dei macronutrienti, dei quali le proteine ne rappresentano il maggiore stimolo (10-30% dell’energia), seguite dai carboidrati (5-10%) e dai grassi (2-5%).
[ Dott. Raffaele Napolitano- Coach ]
